Secondo Codacons sul prezzo del latte c’è in atto una speculazione e porta in Procura il caso per l’aumento inspiegabile.
L’associazione dei consumatori è convinta che «Sul prezzo del latte è in corso una vera e propria speculazione» e chiarisce che anche il ministero dell’Agricoltura conferma questa teoria. La speculazione danneggia sia consumatori che allevatori “che vengono pagati ben al di sotto dei costi medi di produzione» spiega la Codacons. Il latte è uno dei beni primari ad aver subito un vero e proprio rincaro tanto da essere il simbolo del caro-prezzi.
Già a inizio settembre i due principali produttori italiani di latte, Granarolo e Lactalis, hanno annunciato che entro la fine dell’anno un litro di latte costerà due euro. Nello stesso mese, un litro di latte aveva già subito un aumento del 19% rispetto all’anno precedente. Cifre molto più alte dell’inflazione. «Sono soprattutto i consumatori finali a pagare il prezzo più alto di queste politiche speculative – ha detto il presidente del Codacons, Marco Donzelli al Sole 24 ore – in una situazione in cui già migliaia di persone in tutta Italia stanno tirando il più possibile la cinghia per riuscire ad arrivare a fine mese, mentre il numero di persone in povertà aumenta giorno dopo giorno.”
Chi sta speculando sul prezzo?
La Codacons ha infatti chiesto l’intervento delle autorità per individuare i responsabili di questi illeciti a danno della popolazione. Tra i responsabili bisogna escludere gli allevatori che ne subiscono quasi quanto i consumatori. Il settore lattiero caseario è uno dei più esposti all’aumento dei prezzi a causa dei rincari dell’energia elettrica e del gas ma anche del mais per l’alimentazione del bestiame e del fieno. Per un allevamento medio grande oggi produrre 100 litri di latte costa circa 51 euro contro i 47 di un anno fa.
Anche le industrie della trasformazione non sarebbero da imputare, come sostiene Assolate che combatte come tutte le imprese contro il balzo dei costi. “Ma gli aumenti complessivi che ci siamo caricati sulle spalle sono di gran lunga superiori a quelli certificati dal tasso di inflazione del settore. Senza dimenticare che la spirale dei costi non è ancora terminata: gli aumenti chiesti la scorsa estate non coprono già più i nuovi costi che stiamo sopportando» ha dichiarato Zanetti, presidente di Assolatte.